(Torino)ore 08:06:00 del 11/09/2017 - Categoria: , Denunce, Sociale
“Dopo la miseria portano le malattie” (rivolto ovviamente ai migranti), l’ormai celebre “Bastardi islamici” o, uscendo dal seminato delle migrazioni, robaccia come “Più patate, meno mimose” in occasione dell’8 marzo (e le diverse varianti dedicate anche a Virginia Raggi) o “Renzi e Boschi non scopano”. Ci mancherebbe. Ma perché siamo ancora costretti a farlo.
Se il direttore di un giornale italiano rilascia le seguenti dichiarazioni a una trasmissione radiofonica, il problema non è suo. Di nuovo: è nostro.
Perché questo veleno non è preparato per lui ma si rivolge a noi: “Noi di Libero non siamo impazziti e non facciamo dei titoli inventati e campati per aria – ha spiegato ieri alla Zanzara su Radio24 – gli immigrati portano la miseria, è un dato di fatto. E portano anche le malattie, visto che anche i casi di tbc sono raddoppiati negli ultimi sei mesi. Questa immigrazione incontrollata e massiccia porta malattie che erano state sconfitte definitivamente: non solo la malaria, ma anche la tbc”.
E' dovere di ogni cittadino democratico difendere la libera espressione anche di chi la pensa diversamente, tuttavia nel caso di Libero non me la sento di biasimare le numerose espressioni di giubilio a reazione di questa notizia. Diciamocelo, Libero negli ultimi anni non ha fatto altro che diffondere notizie dandoci il loro taglio, che e' spesso al limite della calunnia e sempre boderline dal punto di vista della deontologia professionale. Non si gode per Libero in quanto e' stata silenziata (seppur illegalmente e simbolicamente) una voce fuori dal coro, ma in quanto e' stata messa a tacere la voce ufficiale degli avvelenatori di pozzi, dei manipolatori di analfabeti, dei mistificatori della politica, degli sciacalli della cronaca.