(Perugia)ore 17:29:00 del 13/02/2017 - Categoria: , Cronaca, Denunce, Esteri
Il campo profughi di Ritsona è situato nei pressi di Avlida (Grecia), in una vecchia base militare dell’aeronautica greca sperduta nella campagna, fra la polvere e il fango.
Qui stanno, da marzo, settecentotrenta profughi scappati dal Medio Oriente, in attesa di documenti che li riconoscano come rifugiati politici. Una volta presentata la richiesta di asilo possono passare anche sei mesi prima di ottenere una risposta.
Quasi nessuno è partito con l’idea di restare in Grecia, ma la chiusura delle frontiere li ha sorpresi a metà del cammino verso l’Europa più ricca, bloccandoli in un limbo senza senso: non possono proseguire, perché hanno già presentato richiesta di asilo alle autorità elleniche – e non possono tornare indietro, poiché la Turchia non li vuole.
A Ritsona il 95% dei profughi provengono DAVVERO dalle regioni della Siria più colpite dalla guerra civile: sono VERI poveri.
L’assurdo paradosso è che questo campo profughi è stato allestito in una regione pesantemente colpita dagli effetti della crisi economica, e molti greci, rimasti senza lavoro, faticano a procurarsi il necessario per vivere. A Ritsona si vive il paradosso del profugo che sta meglio del greco….
Lo dimostra il fatto che una piccola folla di persone ogni settimana si mettono in fila per ricevere il cibo in eccesso avanzato al campo profughi. Quando i migranti avanzano parte del cibo sono i volontari legati della chiesa ortodossa che ritirano il tutto, perché sia distribuito ai poveri.
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